Per diventare specialisti di allergologia, si deve seguire un percorso specifico che prevede il conseguimento della laurea in medicina e poi la specializzazione in allergologia e immunologia. L’allergologia si occupa in particolare di prevenire e di curare le allergie.

Queste ultime sono delle reazioni dell’organismo scatenate dal contatto con sostanze chiamate allergeni. L’allergologo si occupa anche di trattare le patologie respiratorie di origine allergica, come, per esempio, la rinopatia e l’asma.

Spesso in alcune città è presente un centro di allergologia specializzato nel curare questo tipo di malattie, che, secondo gli ultimi dati a disposizione, sarebbero in aumento a causa di molti fattori, fra i quali il più attuale è rappresentato dall’inquinamento atmosferico.

L’immunologia clinica molecolare

L’immunologia clinica molecolare è un’area specialistica dell’allergologia che si occupa di studiare le malattie del sistema immunitario, specialmente quando queste patologie vengono determinate da un’alterazione dello stesso sistema immunitario, come succede ad esempio nel caso dell’artrite reumatoide. Inoltre questa area specialistica studia il fenomeno dei rigetti che possono avvenire in seguito a trapianti.

In ogni caso l’immunologia clinica non è la sola area specialistica in cui si suddivide l’allergologia.

Quest’ultima infatti comprende altre specializzazioni, fra le quali per esempio possiamo ricordare l’immunologia classica e l’immunoterapia. La prima studia la relazione tra il corpo, l’immunità e gli agenti patogeni. La seconda utilizza componenti del sistema immunitario per trattare alcune malattie, fra le quali anche i tumori.

L’allergologia pediatrica

Si deve ricorrere ad una visita di allergologia pediatrica quando un bambino presenta sintomi specifici come starnuti, infiammazione agli occhi, rinorrea, tosse o crisi asmatiche. Tutto questo quadro sintomatologico può essere causato da un’allergia e a volte si accompagna anche a rush cutaneo con prurito e desquamazione della pelle.

L’allergologia pediatrica prevede una visita dettagliata in cui si raccoglie la storia di eventuali altre malattie del bambino. Lo specialista allergologo effettua dei test per individuare gli allergeni a cui il bambino è sensibile. Poi prescrive la cura più adatta per la riduzione dei sintomi. Se il bambino manifesta anche problemi a livello respiratorio, viene eseguito il prick test. Quest’ultimo consiste nell’infondere sostanze allergeniche nello strato più esterno della cute e nell’osservare l’eventuale reazione, che si manifesta dopo circa 15 minuti tramite un gonfiore nell’area interessata.

Per le allergie cutanee è più indicato il patch test. Sulla schiena del bambino vengono applicati dei cerotti che portano sostanze allergizzanti. Rimangono posizionati per circa 48 ore e si possono manifestare reazioni consistenti in rossore in genere accompagnato da prurito.

La terapia che può prescrivere l’allergologo

Di solito, dopo una visita allergologica, lo specialista consiglia innanzitutto la prevenzione, costituita soprattutto dall’evitare il contatto con l’allergene che scatena la reazione del sistema immunitario. Se il contatto è inevitabile, il medico consiglia una terapia con farmaci antiallergici, che possono alleviare i sintomi. Se l’allergia riguarda in particolare pollini o acari domestici, lo specialista può indirizzare verso un altro tipo di cura preventiva, attivabile tramite un vaccino. Quest’ultimo è particolarmente indicato nel caso in cui soffra di sintomi respiratori. Il vaccino somministrato di solito ha un effetto importante per proteggere il soggetto allergico.