La coagulazione del sangue , che è chiamata anche emostasi , rientra tra i fenomeni fisiologici che interessano il nostro organismo. Avviene in varie fasi e porta a formare un coagulo , per limitare una perdita di sangue. La coagulazione del sangue coinvolge il sistema vascolare, le piastrine, chiamate anche trombociti, il sistema della coagulazione e quello fibrinolitico. Perché avvenga questo processo e quindi per assistere alla formazione di sangue coagulato , bisogna che intervengano anche dei fattori della coagulazione importanti, che sono delle proteine, in particolare la vitamina K.
Le fasi della coagulazione del sangue
La prima fase della coagulazione è chiamata vascolare : i vasi che sono danneggiati tentano di ridurre al minimo la perdita di sangue e quindi mettono in atto una vasocostrizione . Quest’ultima si rivela utile soltanto per lesioni che interessano i capillari. In caso di danni più gravi, bisognerà passare alla fase successiva. Questa è la fase piastrinica . Le piastrine aderiscono alla zona danneggiata e si aggregano per interrompere la perdita di sangue.
Nella fase coagulativa, la più importante di tutto il processo, il fibrinogeno, una proteina, collabora con le piastrine per chiudere la zona danneggiata. Si passa quindi alla fase fibrinolitica , quando interviene un’altra proteina, chiamata plasminogeno, che provvede a ripristinare la situazione precedente alla lesione.
La cascata coagulativa
La fase di coagulazione si caratterizza per un tipo di funzionamento chiamato cascata coagulativa .È un processo costituito da elementi che innescano via via altri interventi: si attiva una proteina, questa porta ad attivarne un’altra, la seconda proteina attiva una terza proteina e il processo procede sempre secondo questa linea di intervento. L’attivazione delle proteine avviene grazie all’azione di molecole che vengono chiamate cofattori.
Gli esami per calcolare le piastrine
Fra le analisi più utilizzate per calcolare il numero delle piastrine in un individuo vi è il PLT . In particolare esso esprime il numero di piastrine per volume di sangue. In un soggetto adulto, che gode di una buona salute, il numero delle piastrine dovrebbe essere compreso tra le 150.000 e le 450.000 per microlitro di sangue. Quando il numero delle piastrine è molto ridotto, si possono manifestare anche delle emorragie , che possono avvenire in maniera spontanea o a causa di traumi anche minimi. Di solito il rischio di emorragia, nei casi spontanei, è molto ridotto quando il numero delle piastrine è superiore a 40.000 unità per microlitro di sangue.
Il PLT viene richiesto quando nell’individuo si manifestano alcuni sintomi precisi, come, per esempio, epistassi ricorrenti, formazione di lividi con facilità, sanguinamenti gastrointestinali, comparsa di macchie rossastre sulla pelle o sanguinamento delle mucose. Altri esami associati all’indice PLT sono per esempio il PT, che indica il tempo di protrombina, e il PTT, tempo di tromboplastina parziale, esame emocromocitometrico (emocromo).
Un numero alto di piastrine può essere causato da varie patologie che interessano il sangue, come la leucemia mieloide cronica, l’anemia sideropenica e la mielodisplasia. Quando il PLT è basso, si deve considerare la possibilità che il midollo osseo non riesca a produrre abbastanza piastrine o che le piastrine vengano distrutte più velocemente rispetto alle situazioni di normalità.
Gli esami da effettuare per i casi soprascritti sono:
Quadro Trombofilico :
- Proteina S coagulativa
- Proteina C coagulativa
- Resistenza proteina C attivata
- Fattore V di Leiden
- Fattore II gene protrombina
- Omocisteina
- Mthfr
- D-Dimero
Diagnosi di laboratorio di base di fattori della coagulazione :
- Pt
- Ptt
- Fibrinogeno
- Anti Trombina III