Esistono diverse patologie mammarie, la maggior parte di queste sono benigne e non hanno bisogno di trattamento, ma come riconoscere quelle maligne?
Che cosa sono le patologie mammarie? Quando bisogna realmente preoccuparsi?
La maggior parte delle patologie mammarie non sono realmente gravi o preoccupanti, tuttavia quando si presentano sintomi insoliti (come dolore o gonfiore al seno prolungato) è bene prendere precauzioni.
Patologie mammarie: la salute del seno
La struttura ghiandolare della mammella femminile è in continua evoluzione durante lo sviluppo della donna. A incidere fortemente sulla crescita e sulla trasformazione della ghiandola mammaria sono diversi ormoni, i più importanti sono:
- gli estrogeni che aiutano alla crescita delle strutture base della ghiandola mammaria;
- l’ormone tiroideo, il quale serve a incrementare la risposta alla prolattina, indispensabile per la produzione di latte durante la gravidanza;
- l’ormone della crescita che serve a far aumentare la ghiandola mammaria;
- il progesterone, che è prodotto maggiormente nella fase luteale e serve a regolare le funzioni degli organi sessuali secondari nel periodo del ciclo mestruale.
Tutti questi ormoni lavorano in maniera armoniosa per far sì che la crescita e lo sviluppo della ghiandola mammaria proceda correttamente durante tutto l’arco di vita della donna. Talvolta però, possono verificarsi delle anomalie nel funzionamento della ghiandola il che comporta la comparsa del dolore. Spesso la sensazione di fastidio può verificarsi durante la seconda metà del ciclo, quando si presenta un’inadeguata produzione del progesterone, il quale crea un ristagno di liquidi negli alveoli che formano cisti temporanee, oppure edema o gonfiore della ghiandola mammaria.
Nel periodo prima del ciclo i livelli di estrogeni tendono ad abbassarsi e questo comporta la scomparsa del dolore e del gonfiore della ghiandola mammaria, oltre che il riassorbimento del liquido in eccesso. Questo tipo di dolore non deve essere necessariamente causato da qualche patologia maligna, infatti questo processo si verifica ogni mese prima della comparsa del ciclo mestruale ed è riconosciuto come una patologia benigna della mammella. Le patologie benigne della mammella riguardano prevalentemente donne tra i 20 e i 50 anni e hanno diverse cause scatenanti.
Circa il 40% delle donne presenta un dolore alla ghiandola mammaria ciclico, in altre parole legato alla fase premestruale. Più del 30% delle donne riscontra un dolore alla mammella che potrebbe essere causato da un trauma muscolare, da uno sforzo, da una contusione o da una semplice infiammazione delle articolazioni condrosternali. Infine, solo il 27% delle donne presenta un dolore alla mammella non ciclico.
Tuttavia, al di là delle semplici patologie benigne ne esistono altre di tipo maligno, che mettono in serio pericolo la vita della persona che ne è affetta.
Patologie mammarie: quando preoccuparsi?
Quando si presentano sintomi insoliti di dolore o infiammazione della mammella è il caso di ricorrere a visite mediche per accertarsi che sia tutto nella norma. Oltre 15 milioni di donne ogni anno ricorrono a questo tipo di visite, perché riscontrano sintomi mammari come dolore alla mammella, secrezione del capezzolo, cambiamenti della mammella (arrossamento e ispessimento) e presenza di noduli. In particolar modo, bisognerebbe rivolgersi al medico nel momento in cui i sintomi che si presentano possono durare per un periodo prolungato causando forte disagio alla donna. La visita a cui bisogna ricorrere è quella senologica, in cui vi è una valutazione del seno in seguito alla palpazione per verificare se sono presenti delle deformità oppure dei noduli sospetti.
Inoltre, spesso il medico può richiedere una diagnostica per immagini per avere informazioni più dettagliate ricorrendo alla mammografia 3d in tomosintesi, all’ecografia o mammografia con mezzo di contrasto
Lo screening mammografico è una semplice radiografia delle mammelle che serve a rilevare delle anomalie, come l’eventuale presenza di un tumore. La mammografia 3d in tomosintesi dovrebbe diventare una routine da ripetere ogni anno per le donne dai 40 anni a salire. L’ecografia consente di avere risultati e informazioni più precise rispetto alla semplice mammografia. Attraverso questa tecnica è possibile distinguere i noduli solidi dalle semplici cisti che raramente sono maligne.
Allorché la mammografia 3D e l’ecografia mostrano dei dubbi diagnostici si può ricorrere alla mammografia 3D con mezzo di contrasto (mammografia dualenergy)
Patologie mammarie: chi ne soffre?
Non esiste un’età in cui si soffre maggiormente di dolori al seno, tuttavia vi sono dei fattori predisponenti alle patologie del seno, come ad esempio:
- fattori genetici e ambientali: neoplasie o displasie precedenti della ghiandola mammaria possono causare dolore alla mammella, oppure un’eventuale ereditarietà o una precedente radioterapia.
- fattori riproduttivi che comprendono: la durata del periodo fertile, il menarca precoce, una gravidanza dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno, nessuna gravidanza e una menopausa ritardata.
- fattori metabolici e dietetici, infatti l’elevato consumo di grassi e di alcol, associato ad un basso consumo di fibre vegetali e scarsa attività fisica, possono causare problemi alle ghiandole mammarie.
Si consiglia di non sottovalutare i fastidi alla ghiandola mammaria e di ricorrere a controlli periodici per intervenire preventivamente in caso di sintomi più gravi.