Essere “immune“, tutti lo sanno, significa avere la certezza di non essere colpiti da una certa circostanza. Il termine, coniato in ambito medico, è stato originariamente inteso nei confronti delle malattie derivanti dal contagio da pazienti malati.
L’immunità alle malattie è diventata così importante, nel tempo, da essere centrale all’interno di una specifica branca della medicina: l’immunologia. L’immunologia studia dunque il modo in cui si può resistere alle malattie attraverso lo sviluppo di anticorpi ed il modo in cui il sistema immunitario reagisce agli agenti patogeni –gli agenti, come i microbi, che veicolano le malattie.
La scoperta dell’immunità e l’inizio dell’immunologia
I vaccini sono una scoperta relativamente recente, che ci fa pensare agli studi sull’immunità come ad una prerogativa degli ultimi due secoli. In realtà questa scienza affonda le sue radici nell’Atene del V secolo a.C.
Durante un’epidemia di peste, lo storico Tucidide iniziò ad annotare alcuni primordiali studi sulle conseguenze del morbo. Grazie ai suoi scritti, egli intendeva consegnare alla storia il caso di una delle più grandi epidemie documentate dell’antichità; finì invece con il registrare un fenomeno scientifico di notevole interesse. Scoprì, infatti, che le persone guarite dalla peste non si ammalavano più una seconda volta.
Per la prima volta fu documentato l’effetto degli anticorpi sviluppati dal sistema immunitario.
I 3 modi in cui si diventa immuni ad una malattia
Come diventare immuni ad una malattia contagiosa? Questa è una delle domande a cui fin da subito l’immunologia ha voluto dare una risposta. Esistono fondamentalmente tre modi per riuscire a sviluppare l’immunità:
- Il primo metodo è quello documentato da Tucidide e comunemente sperimentato da chiunque abbia fatto la varicella. Dopo essersi ammalato la prima volta, l’organismo può sviluppare degli anticorpi: sono agenti in grado di contrastare l’attacco patogeno, fermandolo sul nascere ed evitando dunque che l’individuo sviluppi nuovamente la patologia.
- Il secondo modo è attraverso la vaccinazione. Di per sé è molto simile al primo: il vaccino inietta infatti una versione attenuata e meno invasiva dell’agente patogeno originario nel corpo del paziente. Il corpo, malgrado la minore aggressività, riuscirà comunque a sviluppare gli anticorpi necessari per contrastare un’eventuale nuova infezione procurata dal ceppo del morbo vero e proprio.
- Una terza via è quella dell’immunità innata. Alcune persone, infatti, nascono già con gli anticorpi per riuscire ad evitare il contagio da una certa malattia. Com’è possibile che ciò avvenga? Semplice. Le cellule NK, chiamate in causa dal sistema immunitario per contrastare la malattia, in questo caso sono già presenti nell’organismo in quanto vengono ereditate nel codice genetico dai genitori.
In laboratorio si effettuano esami quali:
- Ricerca degli anticorpi contro diversi patogeni, come Citomegalovirus, Toxoplasma, Epstein barr virus (Responsabile della mononucleosi)
- Valutazione anticorpale funzione post- vaccinale
- Valutazione anticorpale delle malattie sessualmente trasmissibili :
- 1) HIV
- 2) HCV
- 3) HBV
- 4) TPHA